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RESTAURO PIAZZA TRIESTE:
"Verranno nuovamente sotterrati i tesori archeologici emersi dai recenti scavi della Soprintendenza?"
dal Centro Studi sui Castelli
Gli alti cumuli di terra e il movimento di ruspe che da qualche settimana a questa parte
si possono notare all'interno della cinta murata medioevale di Montagnana, subito dentro Porta
Padova, stanno destando viva curiosità nei montagnanesi e nei visitatori che si chiedono cosa
stia succedendo in Piazza Trieste che appare trasformata in un grande cantiere di scavo.
La Piazza, fino a qualche tempo addietro, era adibita a comodo parcheggio, ma per essa è stato approntato
l'anno scorso dal Comune un progetto di sistemazione che prevede l'abolizione del parcheggio e la
lastricatura dell'intera superficie per esclusivo uso pedonale.
La Soprintendenza di Venezia ha disposto per prudenza dei saggi di scavo essendo noto che qui, un tempo,
come attesta anche un'antica mappa del 1575, si trovava fino a fine '700 il controfossato interno del
Castello, specchio d'acqua avente scopo difensivo atto ad isolare il fortilizio nel caso il nemico fosse
riuscito a penetrare in città superando le mura. Questo fossato interno era attraversato da due ponti:
uno che serviva il passaggio di Porta Padova e che esiste ancora interrato sotto la strada, e un altro
che serviva al Castello. Proprio questo è il ponte, rifatto in epoca veneziana al posto di quello
medioevale, che è stato riportato alla luce dagli scavi di questi giorni.
Il controfossato di Castel San Zeno fu probabilmente tombato dagli Austriaci quando verso il 1842 essi ristrutturarono il
complesso per ricavarne una caserma ad uso delle truppe di occupazione del Lombardo Veneto e per ottenere
una Piazza d'Armi per le esercitazioni dei militari. Oltre al ponte, che risulta privo delle parti
mediane della arcate, fatte saltare probabilmente quando era alle porte l'armata Napoleonica nella
guerra del 1797, sono venuti finora in luce cospicui resti dell'antemurale medioevale (una specie di torre)
verso città, demolito anch'esso fino al livello della superficie della piazza nell'800 dagli Austriaci,
dello spalto di terra che collegava questo antemurale con quello di Porta Padova e altre strutture antiche.
Tali ritrovamenti veramente interessanti e cospicui sono da considerarsi l'evento archeologico
più rilevante verificatosi a Montagnana da un secolo a questa parte e la loro consistenza apparirebbe
tale da suggerire degli opportuni ripensamenti a proposito del progetto di lastricatura di cui è prevista
la prossima realizzazione. Con la Piazza tombata e lastricata, le muraglie occidentali del Castello di
San Zeno continuerebbero a fare la figura di un gigante senza gambe, come la terra se le fosse mangiate.
Se, al contrario, ciò che è stato rinvenuto venisse conservato in vista e convenientemente sistemato,
si otterrebbe un insieme di intensa suggestione storica. Proprietario della Piazza è il Comune di
Montagnana che, per la sistemazione dell'area di Piazza Trieste, ha ottenuto nel gennaio 2003 un
finanziamento di circa due milioni di euro.
La conservazione dei reperti archeologici in modo che potessero essere ammirati dai turisti,
accrescerebbe notevolmente dalla parte di città l'imponenza architettonica e paesaggistica dell'antico
complesso del Castello. C'è il fondato timore tuttavia che l'impegno che verrebbe richiesto dalla
riconversione del progetto originario in tal senso possa indurre i responsabili (Comune e Soprintendenza)
a far riseppellire tutto per sempre. Favorirebbero questa sbrigativa soluzione alcune remore di carattere
burocratico, una comprensibile riottosità a ritornare sui propri passi, i timori di superare il budget
nonché l'impazienza di dar corso alla realizzazione di una decorosa sistemazione della Piazza che sta
ovviamente a cuore all'Amministrazione Comunale.
In un recente incontro avvenuto in Municipio fra i rappresentanti delle Associazioni culturali uniti
alla Presidente di Italia Nostra Regionale con il Sindaco, la Soprintendenza e i Progettisti,
il Centro di Studi sui Castelli ha presentato una proposta di valorizzazione della Piazza basata
sulla conservazione in vista dei reperti con il restauro del ponte e la creazione di due bacini
laterali a ricordo dell'antico controfossato; il tutto corredato di un'area a giardino.
Sembra tuttavia che, da parte di chi ha il potere di decidere, prevalga già l'orientamento di interrare
di nuovo tutto per sempre a causa, pare, di problemi tecnici non facili relativi ad una soluzione
diversa da quella della lastricatura.
In verità sembra impossibile che al giorno d'oggi, con tutti i progressi fatti nel settore della
conservazione dei reperti archeologici, non si sia in grado di escogitare un modo che possa evitare
di restituire a Plutone signore dei regni sotterranei, tanta grazia di Dio storico-archeologica, che,
se conservata in vista, potrebbe destare la soddisfatta ammirazione dei visitatori e dei turisti a
onore dell'orgoglio civico dei montagnanesi. C'è chi pensa che ci vorrebbe però la convinta volontà
di farlo.
Montagnana, 10 aprile 2004
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